Aiuterà a velocizzare la sperimentazione dei vaccini, ma vi sono grossi problemi etici
La Gran Bretagna vuole iniziare lo Human Challenge Trial, cioè una sperimentazione dove alla somministrazione del vaccino segue quella del virus su un gruppo di volontari sani tra i 18 e 30 anni. Una procedura che può accelerare la sperimentazione, ma che pone grandi problemi etici, come segnala la rivista Nature sul suo sito. L'esperimento dovrebbe partire a gennaio al Royal Free Hospital di Londra, come annunciato dal governo britannico e un'azienda irlandese. Per iniziare si attendono il sì dell'Agenzia regolatoria britannica dei farmaci (Mhra) e quello del comitato etico. Lo Human challenge trial, già usato per la malaria e l'influenza, potrebbe aiutare a identificare la dose giusta di virus da usare nei futuri studi sul vaccino. Tuttavia, l'idea di infettare apposta con un virus potenzialmente letale delle persone, anche se a basso rischio di avere una forma grave di Covid-19, non lascia tranquilli. Chi è a favore sottolinea come la possibilità di identificare velocemente i vaccini efficaci superi i rischi, bassi, per i partecipanti. Per altri invece è dalle sperimentazioni in corso su migliaia di persone che arriveranno presto dei risultati. Si prevede di partire con 30-50 volontari, iniziando con una dose bassa di virus. Se nessuno o pochi rimarrà contagiato, si chiederà il permesso ad un comitato indipendente di monitoraggio sulla sicurezza di passare ad una dose maggiore di virus. Questo iter sarà ripetuto finché non verrà trovata la dose con cui si infettano la maggior parte dei volontari. Una volta che questa sarà identificata, l'azienda condurrà una serie di sperimentazioni testando diversi vaccini. I volontari, che dovrebbero arrivare fino a 500, saranno trattati con farmaci antivirali, come il remdesivir, e verranno pagati circa 4.400 euro. Oltre al Regno Unito, anche Belgio e Stati Uniti hanno iniziato a stanziare fondi per condurre un challenge trial.
fonte: Nature
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